Quante volte avete letto sui social o parlato con qualcuno sull’annoso ingiallimento della carta o dell’ondulazione della stessa nei volumi cartonati? Centinaia di volte. Le risposte ricevute non sempre sono esaudienti e spesso non corrispondono alla reale causa di questi problemi che, per un collezionista, sono annosi e gravi. Uno dei principali incognite legate alla carta è l’ingiallimento, la cui colpa è associata al passare del tempo, alla scarsa cura con cui lo si tiene negli appartamenti o nei garage, nella scarsa aerazione della stanza e via dicendo, in pratica la colpa è del lettore e cliente finale. In realtà la principale causa è una scarsa cura editoriale, non prettamente legata al solo editore.
Di tipologie di carte ne esistono di diversi tipi e proprio per questo la cura editoriale dovrebbe tener conto di quello che si va a stampare, il tipo di edizione a cui è destinata: se di pregio o economica e, in ultimo, il trattamento a cui è sottoposta.
In questi anni con l’espansione dell’industria editoriale a fumetti, le edizioni sono molto cambiate e assunto sempre più la parola deluxe , limited edition o collector’s edition, che si possono riassumere dicendo, di pregio. Discorso valevole anche per i libri. Non tutte quelle edizioni presentano però carta all’altezza o, per lo meno, carta patinata lo è, per il ramo dei fumetti, ma non è detto che sia di qualità. Per i libri stesso discorso, carta con grammatura e di un particolare biancore, lo è, rilegata a filo o incollata lo è, ma di qualità? E come la si riconosce?
È possibile comprendere se è una carta di scarsa qualità con il tatto (spessa e porosa sono legate alla scarsa qualità), ma non sempre è affidabile all’acquisto, perché più è scarsa e più ingiallisce, anche dopo poche settimane dall’uscita. Addirittura esistono medesime edizioni di libri o numeri di fumetti che hanno carte completamente diverse. Che sia tutta colpa dell’editore, per il quale qualche centesimo vuol dire migliaia di euro di risparmio? Non sempre, ma anche lui si deve fidare di quello che gli dice la tipografia. Se il tipografo non ha abbastanza carta della qualità richiesta, per non perdere il cliente, ecco che ci infila con il beneplacito o meno dell’editore, una carta di scarsa qualità. Nonostante i lettori ci provino a tenere i volumi con cura, a volte nelle buste protettive, la carta ingiallisce con semplicità
Altro annoso problema è l’ondulazione delle pagine, soprattutto nei volumi cartonati, ma anche di quelli spillati. Una cosa da tenere presente è che quando un prodotto editoriale esce dalla stampa, non è propriamente freddo e occorrerebbe lasciarlo riposare per un determinato tempo, se ciò non accade, potrebbe verificarsi la spiacevole ondulazione delle pagine. “Ma quando l’ho preso non le aveva”, proprio per questo, una volta aperto a fatto prendere aria, l’umidità colpisce subito se un prodotto non ha ricevuto il giusto riposo. Anche qui la causa ricade sulla fretta di passare ad altre stampe, che per un tipografo vuol dire ulteriori soldi in entrata e per un editore più prodotti in uscita.
Stessa cosa sulle copertine dei volumi brossurati o le coste degli spillati, dove i primi presentano il fastidioso triangolo spezzato ai bordi e nei secondi la bavetta agli angoli della spillatura. Purtroppo il prodotto editoriale non è stato tenuto con cura, non attendendo il giusto riposo, questo una volta piegato dalla macchina forma il famoso triangolo o bavetta. Infatti se si prendono più volumi della stessa edizione, alcuni lo hanno altri no, perché quest’ultimi nell’attesa di essere confezionati, hanno raggiunto il riposo necessario.
In conclusione occorrerebbe che tutta la filiera presti maggiore attenzione alle edizioni proposte, perché ultimamente anche quelle vendute con il termine pregio, o con la frase rilegatura a filo, presentano molti problemi di qualità. E questi problemi possono dare allontanamento dall’acquisto di tali prodotti, e quindi un calo di lettori, soprattutto nei giovani che, al contrario di quel che si pensi, ci tengono alla qualità di un prodotto che un tempo era popolare e che ora richiede un maggiore dispendio economico.